Testo e foto Fausto Moroni & Barbara Baldoni

 

        Parcheggio la macchina in un piccolo piazzale ai bordi della strada, imbocco il sentiero in discesa e dopo numerosi tornanti sbuco improvvisamente in un ampia e deserta baia. È un giorno lavorativo di primavera, le scuole non sono ancora finite, ma la temperatura è piacevolmente già estiva. Ampi squarci di azzurro si aprono in un cielo temporalesco illuminando il mare di una luce irreale, le onde si infrangono sulla battigia e la sensazione di trovarsi in un ambiente ancora selvaggio e incontaminato è forte. Qualche tronco portato da passate mareggiate rompe il candore della spiaggia e aumenta ulteriormente questa sensazione, ormai così difficile da provare lungo le nostre coste.

        Nell’aria, profumata di salsedine e del forte aroma di ginestre fiorite, echeggiano gli urli dei gabbiani, che disturbati dal mio arrivo, uno dopo l’altro intraprendono una breve e saltellante corsetta sulla spiaggia. Non hanno ancora voglia di volare, e si fermano a distanza di sicurezza qualche decina di metri più giù. Mi dirigo dalla parte opposta per non disturbarli di nuovo, mi siedo su un tronco e, in un ambiente ancora incontaminato, contemplo il mare. Eppure non riesco ad assaporare appieno questo magico momento di solitudine, rotto dalla consapevolezza che anche per Mezzavalle esiste da tempo un piano di recupero ambientale, fortunatamente non ancora attuato. L’idea in astratto potrebbe essere buona, se per “recupero ambientale” si intendesse semplicemente preservare la totale naturalità di questa baia. Ma in concreto potrebbe non essere così. Gli interessi economici su questo tratto di litorale non ancora colonizzato sono molti, forse troppi. Si saprà, quindi, far prevalere la bellezza e il corso della natura sulle spietate leggi dell’economia e delle comodità?

        È vero che le mareggiate spesso erodono la costa e portano alghe, ma è altrettanto vero che altre mareggiate ricreano nuova spiaggia e ripuliscono dalle alghe. È il semplice e continuo ciclo naturale cui però l’uomo non vuole più soggiacere, un po’ per la sua forse innata, sicuramente irresponsabile, voglia di dominare la natura, un po’ per interessi politici ed economici. E allora realizza scogliere artificiali, preleva da cave rocce che geologicamente niente hanno a che vedere con la composizione naturale delle spiagge, le riduce a ciotoli, rena, sabbia, e attua quello che viene oggi definito ripascimento degli arenili, inquinando irreversibilmente gli ambienti costieri dove queste opere vengono sciaguratamente allestite. Portonovo, nota località turistica del Conero, è gia stato in questo senso devastato anni fa. Indietro non si torna, ma una battuta d’arresto è necessaria per far si che Mezzavalle resti li, intoccata, come prova dell’ultimo paradiso perduto che l’uomo, con norma, non ha ancora violato. Con norma, perché nel periodo estivo, purtroppo, Mezzavalle viene continuamente violata da alcuni suoi frequentatori, casuali ma a volte anche abituali, che vi abbandonano resti di pic nic, bottiglie di plastica, di birra, cicche di sigarette, cacche di cani, per non parlare di quello che il mare porta scaricato dalle piccole imbarcazioni che spesso vengono ormeggiate non molto lontano dalla riva! Far correttamente gestire questo tratto di spiaggia unicamente da chi lo frequenta sembra essere opera quasi impossibile, lasciarlo in mano a politicanti senza scrupoli e soprattutto senza quel religioso rispetto che si dovrebbe avere per la natura, creerebbe un danno ancora peggiore!

        Ma infondo, se ci fermiamo a pensare solo un attimo, capiremmo che basterebbe veramente poco, nessun complesso e noioso decalogo da rispettare, semplicemente … far si che non resti alcuna traccia del nostro passaggio!

        Mezzavalle è una baia che si trova in quella che viene definita “falesia del Conero”, un tratto di costa marchigiana a ridosso della città di Ancona che interrompe, grazie alla presenza del monte Conero, la piatta costa del medio-alto Adriatico. Ha per questo un valore naturalistico di pregio e rientra nel territorio protetto del Parco Regionale del Conero.

 

     

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