Quel piccolo gruppo di gnu che vedi ritratto nella foto sta attraversando il fiume Mara in Kenya. L’attraversamento per loro non fu facile, e non a causa dei coccodrilli, bensì a causa di un gruppo di macchine con dei fotografi dentro. Per poterli riprendere più da vicino gli autisti non facevano altro che frapporre le vetture fra il gruppo di gnu e la sponda del fiume così da creare una barriera fisica all’attraversamento. Ma la forza della natura, si sa, è tale che niente e nessuno può impedire ciò che deve accadere. Così ad un certo punto, imboccata una “via” tra la fitta vegetazione, il gruppo iniziò il “crossing”, ovvero quello spettacolo che andrebbe solo contemplato con religioso rispetto: perché quegli gnu avevano percorso decine e decine di chilometri alla ricerca di nuovi pascoli; perché per molti di loro quello era il primo viaggio e per moltissimi altri il secondo, il terzo, il quarto e così via; perché la natura deve fare il suo corso senza che nessun essere cosiddetto intelligente crei ostacoli o impedimenti.

Ogni volta che avrai occasione di vedere uno gnu devi pensare a lui come a un eroe che sfida leoni, coccodrilli, che percorre migliaia di chilometri nell’arco della sua vita per poi vagare libero nelle infinite pianure della savana africana a brucare l’erba. Dietro quella barbetta e quel muso un po’ scontroso c’è la storia dell’Africa. E la storia dell’Africa non ha certo bisogno di fotografi e turisti imbecilli che cercano l’immagine a tutti i costi.

Io ero dall’altra parte della sponda. Ho scattato poche foto. Quando il primo gnu ha toccato l’acqua un brivido ha percorso il mio corpo, scatenato da mille sensazioni che confluivano tutte in un’unica emozione. Ero li. Al cospetto della Natura.

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