Fotografare nella Natura significa immergersi totalmente in essa nel completo rispetto di ogni elemento animato o inanimato. Ogni roccia, sasso, granello si sabbia, così come ogni essere vivente, dal più semplice al più complesso, acquistano per il fotografo naturalista la medesima importanza. Ogni elemento, infatti, altro non è che un'espressione particolare della Natura. Niente va sottovalutato e tutto va osservato con cura e curiosità perché anche l'elemento apparentemente più insignificante può divenire in fotografia il soggetto principale. E allora il massimo rispetto e la massima attenzione nell'avvicinare un animale, nel fotografare un fiore, una roccia, una duna ... un uomo.
Chiunque si sia trovato a fotografare in Natura, non per trascorrere un pomeriggio, ma per cercare immagini particolari, sa le difficoltà che si possono incontrare. E non mi riferisco con questo ad escursioni fotografiche in zone climatiche estreme, come possono essere i deserti, i poli, l'alta montagna, la foresta. Mi riferisco invece ad escursioni fotografiche in ambienti molto più raggiungibili ed apparentemente facili.
Fotografare un fiore in una zona temperata può nascondere, se non rischi e pericoli, sicuramente situazioni scomode. Fotografare l'avifauna lungo un fiume, stando nascosto in un capanno mimetico, significa essere costantemente vittima di zanzare e altri insetti. Attendere, scatto flessibile alla mano e occhio puntato nel mirino della reflex, lo sbadiglio del leone significa, per non distrarsi e perdere l'attimo, lasciarsi pungere dalle mosche africane. Cercare il volto, l'espressione di un uomo, di una donna o un bambino, significa, a volte, pur avendo ottenuto in consenso del soggetto, sentire la disapprovazione di altri.
Ma effettuare lo scatto pulito, ovvero senza alterare l'ambiente, non solo è eticamente corretto, ma per il fotografo consapevole è elemento della massima importanza. Anzi è proprio questo che lo avvicina alla natura e all'uomo e che lo fa sentire, a volte, perfettamente in sintonia con essi. L'attimo in cui lo specchietto della reflex si solleva e alla vista è precluso ciò che la pellicola impressionerà per sempre è l'attimo fuggente, è per quell'attimo che il fotografo affronta stoicamente caldo, freddo, insetti, ore di attesa e, perché no, pericoli. È quell'attimo che lo unisce alla Natura e all'Uomo.
Ed è questa sensazione di Unità ciò che ricerca il fotografo naturalista e ciò che tenta di comunicare con ogni sua immagine.