Nikon F 70. Obiettivo: Sigma AF D 28-70 mm f2.8 Asf EX alla minima focale. Pellicola invertibile Fuji Velvia 50 ISO. Colpo di flash.

In Kenya, facendo delle escursioni lungo la costa o verso l'interno, può capitare di udire suoni e canti, e immaginare danze tribali. L'attrazione, in questi casi, è inevitabile, è come un richiamo ancestrale al quale non si può non cedere.

Nella lussureggiante vegetazione tropicale risuonano echi di pelli tese e note alte che si disperdono fra le foglie, nell'aria, Si esce magicamente dal terzo millennio per sprofondare in un tempo primitivo.

Dico alla guida di seguire quelle note e di condurmi nel luogo da dove provengono. Nonostante il rumore della macchina, più mi avvicino al villaggio, più la musica sale e più la sensazione di tornare indietro nel tempo aumenta, fino a che, quando le note raggiungono il culmine, improvvisamente cessano.

Al villaggio si sono accorti del nostro arrivo. Forse avrei dovuto fermarmi prima, semplicemente ad ascoltare, senza entrare in contatto, e lasciare che quella magica sensazione si congelasse, così, nella mia memoria.

Il contatto, a volte, altera i comportamenti, e mi viene in mente la storia, quella storia fatta di incontri, e scontri, fra genti diverse. E penso alla inarrestabile, e ormai non più lenta, perdita di identità delle popolazioni un tempo isolate e al tremendo enigma dell'evoluzione culturale.

Fortunatamente questi pensieri durano poco,  scossi dalla richiesta di denaro per riprendere a suonare, cantare e danzare. "Tiro un sospiro di sollievo, non sono il primo uomo bianco che vedono, non ho contaminato nessuno con il mio arrivo", ma nello stesso tempo sono ancor più deluso, e quella sensazione primitiva sprofonda ulteriormente quando mi rendo conto che la cifra richiesta è assurda. L'Euro ha confuso anche gli africani!

Non ho neanche voglia di contrattare, quel momento magico è svanito miseramente, assumendo un valore brutalmente economico. Vorrei solo tornare indietro, ma la simpatia degli africani, nonostante tutto, è contagiosa, così riesco a portare ad un decimo la cifra richiesta, giusta per loro e per me!

Ora, nell'aria, all'interno del piccolo recinto, circondato dalla lussureggiante vegetazione tropicale e da palme altissime, risuonano di nuovo echi di pelli tese e note alte, e le danze tribali non le immagino, ce le ho davanti e intorno, fuori dal tempo.

La foto, con quella mano sul tamburo e l'altra ancora in aria, sospesa, è riuscita, forse, a congelare quella sensazione!

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